Francesca Cadeo

Sono Psicologa e Psicoterapeuta, socia dell’associazione Gruppo Zoe – per lo studio e la formazione sulla qualità ed efficacia delle cure psichiche, dal 2011. Mi sono laureata nel 2007 presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca in Psicologia Clinica e Neuropsicologia.

Nel 2013 ho conseguito la specializzazione quadriennale in Psicoterapia presso il Centro Studi Terapia della Gestalt di Milano, concomitante al personale percorso di terapia individuale, di gruppo ed all’esperienza formativa, in ambito psicodinamico, presso l’Ambulatorio di Psicoterapia della Struttura Complessa Psichiatria 4 dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda.

A partire dagli anni della specializzazione ho avuto modo di coniugare l’esperienza clinica alla ricerca nell’ambito della valutazione del Single case, degli studi di esito e processo delle psicoterapie, attraverso l’approfondimento teorico e l’utilizzo clinico degli strumenti SASB e OPD-2. Nello specifico ho collaborato al gruppo di ricerca OPD2-DCA – Diagnosi Psicodinamica Operazionalizzata, Disturbi del Comportamento Alimentare– ho coordinato il progetto PRIO – Progetto Relazione Interpersonale ed Outcome presso la struttura suddetta, ho partecipato attivamente alla concezione e stesura della scala APP (Amenability to Psychotherapy Project), strumento di valutazione della predisposizione alla psicoterapia.

Da allora lo studio, la formazione, l’utilizzo di strumenti, i risultati delle ricerche, continuano ad alimentare il mio approccio alla prassi clinica. Dal 2012 al 2014 con l’interesse di approfondire le interrelazioni tra la disregolazione affettiva e le dipendenze comportamentali patologiche (DCA e GAP) ho collaborato ad un progetto di intervento psicologico e psicoterapeutico, finanziato dalla regione Lombardia, rivolto a soggetti affetti da Gioco d’Azzardo Patologico e relativi familiari, in rete con i servizi psicosociali e le associazioni attive sul territorio di Bergamo. Per diversi anni ho promosso e condotto interventi di prevenzione alle dipendenze patologiche e percorsi di psico-educazione emotiva, presso istituti scolastici secondari di primo e secondo grado.

Attualmente, continuo ad esplorare l’ambito della prevenzione nelle scuole, tra ragazzi, genitori e insegnanti, affiliata al gruppo SPS, Scuola Prevenzione Salute, del Centro studi Terapia della Gestalt.

Collaboro come libera professionista con la Cooperativa Sociale Onlus Hikikomori di Milano, in qualità di psicoterapeuta, in casi di ritiro sociale, fenomeni di autoreclusione e sviluppo di nuove dipendenze che coinvolgono adolescenti e rispettive famiglie.

Dal 2011 esercito la libera professione in studio privato, mi occupo prevalentemente:

  • del sostegno psicologico di adulti e adolescenti, in situazioni emotive e relazionali problematiche
  • del trattamento psicoterapeutico di disturbi d’ansia, attacchi di panico, fobie, disturbi dell’umore, disturbi psicosomatici, DCA, in collaborazione con l’associazione Erika per la Lotta ai Disturbi del comportamento alimentare, attiva nella Struttura Complessa di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’ ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda
  • di supporto alla genitorialità, specialmente in relazione al complesso processo di crescita adolescenziale e alle eventuali derive problematiche.

 

Il mio pensiero

Interrogarsi su cosa accade tra terapeuta e paziente e declinare tali quesiti nella formazione e nello sviluppo di competenze di cura significa, a detta mia, assumersi appieno la responsabilità del proprio intervento terapeutico. Penso che l’efficacia delle cure psichiche stia nell’accoglimento del bisogno emergente declinato in problema da parte della soggettività che si rivolge a noi, nel comprenderne il processo e rispettarne le specificità.

Permane in me il desiderio e il timore dell’incontro tra il rigore della metodologia scientifica e la peculiare variabilità della relazione interpersonale. La scienza a favore della persona, una dialettica complessa tra oggettività e soggettività, una strada senz’altro impervia, ma che vale la pena percorrere, perché sta nella natura di chi ricerca custodire una modalità d’indagine aperta e fenomenologica, in cui le rigide concettualizzazioni non anticipino la relazione terapeutica. L’occasione di confronto di cui la ricerca, per come la intendo, si fa promotrice, è di significativa importanza, non solo per il processo individuale di maturazione professionale, ma per quello, più ampio, forse esistenziale, di tutti coloro che si occupano di cure psichiche.